Risoluti a farci degni della sua stima
Il diario di Gaetano Salvemini, che fu steso in occasione del viaggio in Italia (e in Europa) tra il 15 luglio e il 21 novembre 1947, viene pubblicato per la prima volta in forma integrale a centocinquant’anni dalla sua nascita.
È un documento di grande rilevanza per cogliere lo spirito con il quale lo storico e intellettuale di Molfetta giunse in patria a ventidue anni dall’inizio del suo esilio politico, prima di tornare per un breve periodo negli Stati Uniti (di cui aveva acquisito la cittadinanza) e di rientrare in Italia definitivamente nel 1949.
Il volume, arricchito da cinque scritti salveminiani elaborati tra il 1947 e il 1948, tra cui l’inedito Communism in Italy, e dalla postfazione di Andrea Becherucci, si giova di un ottimo saggio introduttivo di Mirko Grasso. Egli, da una parte, analizza i contorni delle riflessioni e degli appunti scritti da Salvemini in quei mesi molto intensi, durante i quali attraversò in lungo e in largo l’Italia ma si recò anche in città straniere (Londra, Parigi, Berna, Salisburgo).
Dall’altra, grazie all’ausilio di altre fonti a cominciare dalle lettere scambiate con Ernesto Rossi, Gino Luzzatto, Bauer, Antonicelli e figure solo in apparenza minori, tra cui l’educatrice Ebe Flamini, la giornalista Anna Garofalo e suo figlio Paolo Bonelli, Grasso fa capire bene quanto il diario e, più in generale, la parte finale della vita trascorsa da Salvemini in Italia siano centrali per cogliere appieno il suo lascito politico e culturale, considerando pure la sua produzione storiografica.
Nel diario, steso per la quasi totalità fra il 17 luglio e il 17 settembre (solo tre annotazioni raccolte nelle ultime quattro pagine sono di novembre), Salvemini mostra le sue caratteristiche e priorità di sempre ma, nello stesso tempo, sembra ringiovanito perché animato da una vera e propria fame d’informazioni e da una curiosità giustificate dalla necessità di capire il proprio paese dopo un periodo così lungo di assenza.
Emergono dalle pagine la proverbiale capacità di ascolto e la sua voglia, a tratti spasmodica, di approfondire i contesti che attraversa. Per Salvemini è un’autentica urgenza comprendere appieno la Resistenza e il ruolo dei giovani nella lotta contro il fascismo e nella costruzione della nuova Italia democratica e repubblicana; cogliere il più possibile le dinamiche del complesso quadro politico istituzionale in rapida evoluzione e, insieme, i caratteri della società. […]
Recensione di Andrea Ricciardi, L’Indice (mensile), 01-2024