Un giapponismo a misura dell’Occidente
Fu in occasione dell’Esposizione di Parigi del 1900 che il nome dell’attrice Sadayakko fu associato per la prima volta a quello di Eleonora Duse; la suggestione comparve sulle pagine di “Le Joumal” e “Le Thatre a firma dei critici Jules Claretie e Arsène Alexandre, dopo i giorni di attesa per la primizia giapponese. Nella capitale francese, come in tutta Europa, la moda del Giappone imperversava da quasi un quarantennio, scaturita dalle prime importazioni di o In ettistica da parte o per conto di collezionisti e mercanti d’arte e incoraggiata dalle riviste che circolavano tra specialisti e appassionati del genere. Ma di teatro giapponese si sapeva poco o nulla, anche perché le scarse pubblicazioni si limitavano a nozioni di ordine tecnico sulla struttura degli edifici teatrali e sui marchingegni mobili dei palcoscenici.
La “meravigliosa, inebriante piccola Duse orientale” decantata da Alexandre dovette lasciare una vivida impressione sul giornalismo italiano, che attingeva alla stampa parigina per tenersi aggiornato sulle novità culturali del momento. Perfino Luigi Rasi, studioso e collaboratore di Duse avrebbe promosso il connubio, stregato dalla scena madre di Sadayakko […]
Recensione di: Virginia Sica, L’Indice (mensile), 12-2023