Descrizione
In che modo si costruisce il profilo pubblico di un partito politico? Come se ne struttura la propaganda e che influenza hanno le scelte degli organi direttivi sul senso d’appartenenza militante? È ciò che si vuole indagare in questo libro, attraverso uno studio del simbolo politico come produttore d’identità e manifesto di valori. Nel caso dei partiti comunisti italiano e francese, i rispettivi gruppi dirigenti svilupparono dopo la seconda guerra mondiale linguaggi omologhi su temi fondamentali quali il recente passato bellico e soprattutto la Resistenza, che divennero emblemi storico-ideologici imprescindibili. Esaltando il proprio ruolo nella lotta antifascista, Pci e Pcf crearono un paradigma di riferimento che doveva testimoniare la legittimità delle loro aspirazioni al politico. Uniti nella comune fede stalinista, i due partiti tradussero diversamente questa opzione comunicativa che mirava a celebrare la «missione» nazionale di progresso attraverso la costruzione degli Stati democratico-popolari: il Pcf puntò sulla formula del Parti des fusillés, occupando quanto più spazio mediatico e territoriale attraverso il ricordo dei martiri, l’allestimento di cortei e manifestazioni, l’azione degli organismi fiancheggiatori; il Pci, pur senza mai uscire da una rigida ortodossia internazionalista, sviluppò un discorso più complesso che trovò nella nostalgia ciellenista e nella mitologia costituzionale gli strumenti della propria espressione.
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