Descrizione
Le tre brevi prose qui riunite, come le schegge di uno specchio che pur essendo frammenti riflettono ciascuna il tutto, sono, nella loro parzialità, rappresentative dell’opera di Stifter: possono essere lette come delle miniature perfettamente riuscite, dove i capisaldi dello stile stifteriano (rappresentazione pittorica, intento pedagogico e divulgativo, riflessione sul rapporto uomo-natura e, al tempo stesso, sul proprio personale momento autobiografico), si ritrovano coesi in modo così perfetto che non hanno bisogno d’altro che dell’immediatezza delle immagini che esse presentano al lettore. La descrizione dell’eclissi di sole dell’8 luglio 1842, le considerazioni su come i fenomeni naturali possano condizionare la vita dell’uomo ed influire sul suo spirito (Lettere invernali da Kirchschlag) e la cronaca della terribile tempesta di neve del 1866 (Dalla foresta bavarese) fanno capo ad episodi della sua vita: quanto accade intorno a lui viene reso con una scrittura limpida e sorvegliata, che non riesce, tuttavia, a dissimulare una sottile inquietudine che percorre le pagine come un brivido.
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