Descrizione
Le evocazioni letterarie e biografiche di Gabriel García Márquez si dilatano oltre i confini del tempo e dello spazio. Márquez è molto più di quello che trapela dalla lettura delle sue opere: è il narratore che sbocciò leggendo Kafka, è l’uomo che negli anni Cinquanta visitò l’Europa e la paragonò a una sfinge, il turista impressionato dalla tomba moscovita di Stalin e il reporter impavido.
Il suo cosmopolitismo riflette una solidarietà che l’ha sempre spinto a combattere i dislivelli sociali e a spendersi in favore dei più bisognosi: ambasciatore ufficioso nelle zone caribeñe, si è offerto conciliatore tra la guerriglia e il governo in Colombia, ha perpetrato quotidianamente la sua attività negoziatrice. Ma Márquez diplomatico si sovrappone all’uomo e allo scrittore. Un artista che ha le sue preferenze, Edipo re come libro, Béla Bartók come musicista, Francisco Goya come pittore, Orson Welles e Akira Kurosawa come registi, il giallo come colore, ma solo quello scintillante del mar dei Caraibi alle tre del pomeriggio, visto dalla Giamaica.
Padre affettuoso, sposato in nozze d’oro con l’inseparabile Merchedes Barcha, egli è infine l’uomo con le sue superstizioni e predilezioni radicate, dal whisky di malto e ben invecchiato, al baseball, fino alla musica popolare latino-americana dei bolero, dei vallenatos e della rumba.
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