Descrizione
Durante il lungo secondo dopoguerra, all’ombra dello sviluppo industriale, le continue migrazioni verso l’estero e i centri urbani interni minarono le fondamenta delle comunità di vaste aree rurali d’Italia, trasformando colline e montagne in luoghi marginali, spopolati e depressi. Nelle regioni centro-settentrionali, la diffusione abnorme del celibato maschile rappresentò uno dei sintomi della crisi del mondo rurale. Le donne non solo emigravano, ma preferivano scartare proposte matrimoniali che le avrebbero vincolate alla campagna e all’organizzazione sociale contadina. È in questo ambiente che si inserirono le mogli provenienti dal Mezzogiorno: donne che tramite l’intervento di “moderni” sensali di matrimonio, accettarono di sposarsi e trasferirsi nelle campagne del Nord.
Attraverso l’analisi delle migrazioni matrimoniali che hanno interessato il Piemonte (le Langhe e il Roero) e sulla scorta di un costante confronto con altri casi europei, il libro si propone di rendere conto della peculiarità e della complessità dell’esperienza femminile nelle migrazioni interne dirette in ambiente rurale e di osservare le strategie di mutamento e di resistenza messe in atto da soggetti sociali – donne e uomini – travolti dal “miracolo” economico.
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