Descrizione
Il concetto di lager, inteso non solo come luogo fisico ma anche come esperienza biologica e sociale, è intrinsecamente legato alle condizioni della modernità. Auschwitz, emblema del lager, può essere considerato un paradigma tra i più rappresentativi del Novecento. Da qui hanno avuto origine modelli interpretativi e mutazioni epocali che hanno travolto spazi, tempi e pratiche usuali di contenimento sociale, estendendo la propria validità oltre l’evento in sé. Al controllo materiale è subentrata l’immaterialità della sorveglianza, mentre i territori perimetrali, imposti dalla società disciplinare, hanno lasciato il posto alle zone franche, così come i luoghi della produzione e della punizione sono stati sostituiti dai luoghi d’attesa, atti a contenere a distanza le popolazioni a rischio.
Le stesse condizioni della modernità hanno prodotto tuttavia fenomeni completamente opposti, come l’emancipazione femminile, la cultura della pace, il rispetto delle differenze e l’affermazione della dignità di ogni essere umano. La consapevolezza dei diritti degli individui e dei gruppi si è diffusa con un’ampiezza e una profondità che non hanno precedenti storici.
Simili questioni sono affrontate nel presente volume, che raccoglie le riflessioni nate in occasione del Convegno internazionale di studi «Auschwitz. Prima e oltre» promosso dall’Università degli Studi di Macerata e dall’Osservatorio di Genere-Istituto storico della Resistenza di Macerata. Studiosi di diversa appartenenza disciplinare le analizzano da molteplici angolature, tutte centrali per quel processo di ricostituzione delle categorie etiche e politiche, da cui molti si sentono impegnati in questo esordio di XXI secolo.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.