Descrizione
«Nulla libera di più la mente umana e nulla attenua maggiormente il provincialismo del pensiero e del gusto quanto l’occuparsi dello spirito di altri popoli e di altre epoche». Nel 1794 F. Schlegel delinea il grande progetto Europa con la straordinaria metafora, rivoluzionaria per i tempi, delle poetiche della diversità. Avvertendo chiaramente la necessità di un’integrazione europea della cultura tedesca, anziché «esportare» la Germania, F. Schlegel assume il compito di «importare» i modelli letterari stranieri in grado di evidenziare il contributo dato alla storia con tutte le loro possibili influenze culturali. Ogni suo scritto, e in particolare «Europa» (1803-1805), diffonde poesia e mito, tolleranza linguistica, religiosa, culturale, mondi reali o ipotizzabili. Per costruire quest’Europa culturale, mentale, come unione di mondi possibili, Schlegel individua la centralità della poesia e la sua radice primigenia nella lingua, allegoria dell’uomo, scienza e arte, riflesso della occasione cosmopolita dell’umanità. Europa è il frammento plurietnico che addita l’assoluta unità, l’«incondizionata identità». La poesia, frutto di questo processo culturale, trova la sua massima espressione letteraria non nell’angusta «provincia nazionale», ma nella «consonanza del tutto cosmico».
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