Descrizione
Uno dei temi più controversi del dibattito sociale e politico nell’ultimo decennio in Italia riguarda l’uranio impoverito impiegato a fini bellici. Le malattie e i decessi di alcuni militari italiani al rientro dalle missioni di pace alla fine degli anni ’90 hanno destato l’attenzione dei media, e gli interrogativi sul ruolo dell’uranio impoverito nell’eziologia delle malattie hanno guidato il lavoro di scienziati e commissioni ministeriali d’inchiesta, anche su sollecitazione delle associazioni di militari e famigliari.
Da una prospettiva psicosociale, il “caso uranio impoverito” costituisce un esempio emblematico nello studio dei processi di percezione, rappresentazione sociale e comunicazione dei rischi. Il tema è di grande attualità e rilevanza alla luce dei numerosi rischi “moderni” che ci circondano, in gran parte ancora poco noti e per questo fonte di preoccupazioni non sempre giustificate.
Il volume raccoglie i risultati di un progetto di ricerca biennale, finanziato dal Ministero della Salute, sulla percezione e comunicazione dei rischi per la salute derivanti da minacce ambientali, con particolare riferimento all’uranio impoverito, con l’obiettivo di individuare linee guida per la comunicazione istituzionale.
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