Descrizione
[dropcap]I[/dropcap]l nuovo codice unico dei contratti pubblici è stato uno degli ultimi atti del secondo governo Berlusconi ed uno dei primi del secondo governo Prodi. Frutto di un percorso accidentato, pieno di polemiche, rinvii e modifiche, entrerà definitivamente in vigore in una sostanziale indifferenza da parte dei media e del grande pubblico. Come in una commedia di Pirandello, sugli appalti in Italia, è finito “tutto per bene”. Eppure fantasmi di un passato rimosso riemergono: amministratori compromessi che ricevono promozioni, manti stradali che si assottigliano, pulizie secretate nei ministeri. Pur essendo rientrata tra i temi “tecnici” la gestione degli appalti crea problemi e non mostra, nella sostanza, di essere molto cambiata dai tempi eclatanti di Tangentopoli. Questo libro affronta il tema dell’appalto pubblico ripartendo da Tangentopoli e inquadra il problema in una visione complessa, che ne metta in luce l’essenza di problema organizzativo e quindi sociale, economico e politico. L’indagine parte dalle pratiche concrete di gestione extra legem degli appalti in un periodo cruciale della Storia italiana, per arrivare alla comprensione di quegli ordini locali che si creano nei rapporti tra Stato e attori del mondo economico e trarne qualche lezione per il futuro.
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