Descrizione
Non è sempre la storia a “fare memoria”. A volte è la memoria a “creare” la storia rimodellandola e tramandandola non com’è stata effettivamente, ma come si vuol pensare o far credere che sia stata. Ciò avviene di norma per gli individui o le famiglie che da umili sono diventate importanti e potenti. Così avviene anche per le città che da modeste si sono fatte grandi e famose e avvertono quindi la necessità di riscrivere il proprio passato proiettandolo nel mito. Si tratta di una specie di “rifondazione” che necessita di un testo scritto, testo che in epoca medievale assume di frequente la veste della leggenda agiografica, la più adatta a quei tempi a veicolare messaggi di massa. E’ proprio quello che accadde per Bologna che, da modesto “oppidum” di frontiera, era divenuta tra XI e XII secolo – grazie alla nascita del Comune e soprattutto dell’Università – una delle più grandi e famose città dell’Occidente cristiano. La riscrittura del suo passato venne affidata alla Vita sancti Petronii, una leggenda agiografica scritta da un anonimo monaco benedettino verso il 1180 e ben presto divenuta il collettore del più autentico spirito cittadino. I nove saggi qui pubblicati, oltre a sottoporre le tradizioni confluite o germinate da questo testo agiografico – leggendario ma imprescindibile – si propongono di rivisitare molti aspetti di Bologna medievale (dall’urbanistica ai rapporti tra comuni e vescovo, dai culti agiografici al formarsi e consolidarsi del sentimento civico) traguardando i problemi dell’osservatorio ecclesiastico, uno dei più validi peraltro quando si consideri la basilare importanza che ebbero la Chiesa, le chiese e i santi nella realtà urbana d’età medievale.
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