Descrizione
Come “parla” lo storico? Come costruisce la sua argomentazione persuasiva? Come “dice” il suo racconto? E’ stato più volte notato che non esiste una solida teoria dell’argomentazione applicata alla storiografia, che si è trascurata l’analisi del tipo di razionalità propria delle tecniche narrative degli storici, e che assai basso è il grado di formalizzazione delle regole che governano la comunicazione degli stessi. Il libro di Jean Claude Gardim e di Maria Novella Borghetti offre adeguate risposte a tali esigenze poiché propone sia un’ipotesi teorica sull’armatura profonda delle argomentazioni storiografiche sia un disegno per renderle più formali, e perciò, più controllabili nella loro razionalità. Il contributo di Gardim prende in esame l’architettura semiologica dei discorsi storiografici e vi distingue, da una parte, il sistema utilizzato per denominare, descrivere, rappresentare i fatti empirici alla base della costruzione, dall’altra le operazioni logiche che legano la base dei dati agli enunciati delle ipotesi o delle loro conclusioni. Sulla base di tale autonomia propone agli scienziati sociali di rendere più formali i loro testi e di rinunciare al carattere mascherato dell’espressione, che copre l’essenzialismo di ciò che interessa chi consulta i loro scritti. In contrappunto alla teoria di Gardim, il saggio della Borghetti dimostra la fecondità dell’analisi del meccanismo argomentativo di un testo storiografico e la possibilità della sua riscrittura in un modello più formale.
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