Descrizione
L’indagine sulle comunità dei pescatori che in questo libro viene affrontata per la prima volta nel suo complesso restituisce per i secoli dell’età moderna un’inedita storia del Mediterraneo in cui prendono corpo problematiche di carattere politico e culturale inerenti il mondo della pesca sulla scorta del recupero di materiale archivistico e documentario estremamente vario che viene in qualche modo a confutare la falsa, quanto radicata convinzione che quella “scarsezza e frammentarietà” delle fonti a cui attingere indicata a tutt’oggi come causa principale della povertà di studi sull’argomento.
La storia delle marinerie da pesca esce finalmente dalla “marginalità” acquistando a pieno titolo un suo spazio come tema storiografico importante, passibile di essere studiato sotto diversi profili. Con questo libro se ne dà prova attraverso una variegata serie di saggi che spaziano dalla considerazione della pesca come economia di sussistenza alla formazione dell’impresa di produzione ittica finalizzata al comemrcio su più larga scala; dall’esame delle pratiche di pesca costiera in uso nel Cinquecento all’invenzione sei-settecentesca di accorgimenti tecnologici utili a conquistare il mare aperto; dalla trasformazione delle tecniche di navigazione, all’organizzazione lavorativa dei pescatori; dalle emigrazioni stagionali delle flottiglie alla ricerca di zone sempre più pescose, ai conflitti di classe; dalla politica della pesca negli stati d’ancient regime, alle teorie degli economisti nell’età delle riforme. Un particolare inquadramento è riservato anche ai periodi di congiuntura, alla politica internazionale e ai fenomeni di carattere climatico che hanno contribuito a modificare e a strutturare nel corso dell’età moderna la professionalità dei pescatori e l’uso del mare finalizzato al commercio del pesce fresco e all’industria.
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