Descrizione
Il volume raccoglie gli Atti di un convegno promosso dal Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia nei giorni 17 e 18 dicembre 2008: a quarant’anni dalla morte di Marcello Gallian (1902-1968). L’ambizione di avviare, nella circostanza, una non improvvisata indagine storica e critica sulla molteplice personalità e sull’opera rimossa e diseguale di uno scrittore e artista generalmente escluso dalle tavole ufficiali e dai prontuari d’uso della storiografia letteraria novecentesca, trovava un vantaggioso fondamento documentario nell’archivio dello scrittore, approdato al Fondo Manoscritti nel 2002. Le relazioni presentate al convegno ripercorrono – per exempla, ma forse per la prima volta in maniera articolata e coerente – l’intera, accidentata carriera di Gallian, nel suo vario e tormentato dispiegarsi tra letteratura, teatro e pittura, alternando l’analisi dei testi alle sintesi storiografiche e critiche. Se ne ricava, alla fine, un quadro complessivo che dallo scrittore romano trascorre alla vita culturale dell’Italia fascista, con particolare riguardo al milieu avanguardista, geograficamente e culturalmente periferico rispetto al calamitante polo fiorentino, dagli umori spericolatamente anarchici e antiborghese, indocile a qualunque possibilità d’inquadramento.
Oltre a ricostruire le coordinate storicoideologiche dello scrittore, i saggi raccolti analizzano, fra l’altro, il rapporto con gli editori e le collaborazioni giornalistiche; i procedimenti stilistici e formali del “delirio barocco” (Contini) della prosa di Gallian; l’itinerario sperimentale del drammaturgo, contrassegnato dalle stesse spinte trasgressive operanti nelle prove narrative.
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