Descrizione
Ulisse di Joyce è un classico della letteratura universale che rappresenta lo sviluppo e la crisi della civiltà del Libro. L’opera di Joyce contiene una serie di modelli del mondo che anticipano esperienze sociali e problemi epistemologici che hanno contrassegnato il nostro secolo: così negli anni Venti l’Ulisse poteva apparire come la metafora dell’universo relativistico della nuova fisica e oggi come quella della rete globale dei mass media. La perenne novità dell’opera di Joyce è però sempre funzione della sua tradizionalità: i suoi modelli sono da una parte le avanguardie artistiche e scientifiche del Novecento ma dall’altra i miti greci e medio orientali, l’Odissea naturalmente, ma soprattutto la Bibbia, il cui influsso sull’Ulisse è stato nel complesso sottovalutato. La sacra Scrittura offre infatti un repertorio di temi, figure e tecniche narrative cui Joyce attinge a piene mani, trasportandole all’interno della tradizione letteraria di origine classica per metterla radicalmente in questione. La poetica di Joyce si può definire “religiosa” nel senso più ampio del termine, perché mira a restituirci l’esperienza del sacro negli eventi insignificanti del quotidiano e tramite la parodia dei linguaggi istituzionali “profani” della modernità; essa incarna soprattutto una scommessa poetica che in fondo è di ordine metafisico: quella che la creazione si possa compiere ancora una volta. Il testualismo e la critica decostruttiva che hanno dominato, con le dovute eccezioni, gli studi su Joyce negli ultimi vent’anni, hanno infine ridotto l’interpretazione dell’Ulisse sotto il segno delle attuali estetiche del riciclaggio e del trash, propinandoci infinite volte il dogma della indeterminazione del significato del testo, che si risolve nel gioco dei suoi significanti. Il presente studio, guidato dall’insoddisfazione nei confronti di quest’assioma e dell’altro più in generale (impostosi nella filosofia e nelle scienze umane del Novecento) per cui “tutto l’essere che può essere compreso è linguaggio”, tende a svolgere un’ermeneutica dei simboli storicamente concreti e internazionalmente iscritti nel testo, secondo un approccio che si può definire in senso lato “fenomenologico”.
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