Descrizione
Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, l’insegnamento viennese di Franz Brentano (1838-1917) è stato uno dei momenti chiave di quella “trasformazione del positivismo” che dal pensiero di Mill e Comte ha portato alla grande produzione scientifica di Meinong, Husserl e del Circolo di Vienna. Il suo stile, sobrio e analitico, la limpidezza della sua riflessione, sono stati un punto di riferimento per tutti i cultori di quella filosofia scientifica che egli stesso auspicava – vera philosophiae methodus nulla alia nisi scientiae maturalis est -. La filosofia è dunque una scienza, per cui il suo problema principale è quello della verità. La verità per Brentano, è evidenza, intesa nel senso cartesiano del ‘cogito’. Tuttavia il tratto più originale dell’epistemologia brentaniana è il suo approccio empirista e nel contempo analitico, che deriva da una peculiare applicazione della teoria aristotelica delle categorie alla filosofia cartesiana dell’evidenza. Lo spazio, il tempo, il continuo, la quantità e la qualità sono i problemi con cui si cimenta l’acuto maestro di Husserl, Moinong, Stumpf, Marty e Twardowsky. Le sue soluzioni, originali e penetranti, possono contribuire significativamente al dibattito epistemologico contemporaneo.
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