Descrizione
George Berkeley (1685-1753) sviluppa in forma radicale i principi dell’empirismo già avanzati da Locke. Per lui l’indagine filosofica diventa essenzialmente opera di destrutturazione. Occorre riscoprire i dati dell’esperienza sensibile così come essi effettivamente si presentano, liberandoli dalle sovrapposizioni dovute alle aspettative e alle abitudini e dalle vuote astrazioni suscitate dal linguaggio. Questo non è più una mappa che rispecchia fedelmente la struttura dell’esperienza sensibile, ma appare, piuttosto, come un sistema di istruzioni che permette di eseguire operazioni sulla realtà. L’orizzonte che, in tal modo, si apre è ampio e ricco di prospettive: è infatti possibile intraprendere una sistematica opera di analisi dei linguaggi e una ridefinizione dei significati, sia di quelli attinenti alla vita quotidiana, sia di quelli propri delle varie discipline scientifiche. Il presente lavoro intende esaminare il pensiero di Berkeley in relazione a queste tematiche, mettendo in luce le connessioni interne, ma anche le aporie e le tensioni che in esso permangono irrisolte.
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