Descrizione
In mezzo alla scena una sedia vuota che sara’ ripetutamente colpita, spaccata, fatta a pezzi. Come il corpo di Anteo Zamboni, assente, di cui tutti parlano. A distanza di quasi ottanta anni l’attentato a Mussolini in pieno centro a Bologna il 31 ottobre 1926 resta un mistero. Chi fu a sparare? Un complotto? Fascisti dissidenti? Un attentatore isolato? Un mistero italiano tuttora irrisolto. All’istante un povero ragazzo, Anteo Zamboni, viene ferocemente linciato dai “seguaci” fascisti, e pochi giorni dopo sono promulgate le leggi speciali che sanciscono l’instaurazione della dittatura: abolizione della stampa d’opposizione, confino per i dissidenti, abolizione dei partiti antifascisti, pena di morte. Da quel momento e nei mesi sucessivi, si moltiplicano gli omaggi e i riconoscimenti alla figura dominante di Mussolini, che divenne “il condottiero”, il “duce” (sempre stampato in tutte maiuscole DUCE), “l’uomo della provvidenza”, in attesa di essere “il fondatore dell’Impero”.
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