Descrizione
Origène traduce in sì il dramma e l’impegno della speculazione della prima chiesa cristiana, già strutturata spiritualmente e gerarchicamente attorno alla figura centrale, ma anche alquanto problematica, di Gesù Cristo, e già in lotta, oltreché col superstite mondo pagano, con se stessa per la prima necessaria definizione del dogma. Come “religione del libro” il Cristianesimo ha infatti bisogno del dogma per accettare e affermare quanto contenuto non tanto nella lettera quanto nel significato spirituale della Scrittura, ossia nella Bibbia e nei Vangeli (già di per se stessi non scevri di contraddizioni), ovvero cercar di rischiarare quanto di oscuro contiene la “parola di Dio”, o di rimontare, con la ragione, quanto alla ragione si ribella, lasciando alla fin fine l’ultima parola alla fede. Dogmi come quello della Trinità, della divinità umana di Cristo, della Resurrezione non solo nello spirito ma anche nella carne, del libero arbitrio, del castigo eterno o della redenzione totale sono tutt’ora, ai tempi di Origène, oggetto di accanite discussioni, e l’opera di Origène, rivolta soprattutto contro gli gnostici, si inserisce, appunto, con tutte le sue problematicità e incertezze, in questo contesto. Contesto dogmatico, senza dubbio, ma tuttavia aperto anche a discussioni e al confronto con le più reputate teorie filosofiche dell’antichità e dei tempi più recenti, nonché chiuso a nuove esperienze, soprattutto di ordine spirituale, provenienti da varie direzioni: dall’Oriente, dall’Iran e soprattutto dall’Egitto, la cui reminiscenza religiosa, in senso spiritualistico, sotto i Tolomei, aveva pervaso da tempo, fin dall’epoca di Posidonio e di Panezio (II sec. a.C.), l’intero mondo ellenistico e greco-romano. Origène è sensibile a tutto questo, come dimostra il periodo della sua formazione e lo stesso romanzo della sua vita, compressa fra le esigenze di una ricerca autonoma ispirata soprattutto, oltre che ai Vangeli, a S. Paolo, e la nascita di un’ortodossia legata, più che all’autorità della Chiesa, a una esigenza di sistematizzazione delle verità di fede, e di cui lo stesso Origène è partecipe. Conflitto quindi non puramente esterno, ma interiore, di cui tutta l’opera di Origène conserva, manifestamente, la traccia nei continui ripensamenti di talune questioni, come quella del libero arbitrio e della riconversione totale del mondo (o apokatàstasi panton) a Dio, temi che contrassegnano rispettivamente il punto d’inizio e finale del suo “sistema”. Origène ha, d’altra parte, anticipato per molti versi soluzioni che diverranno ortodosse sono in un secondo tempo: come quelle relative alla composizione della Trinità e al ruolo delle rispettive Persone, quella dell’umanità di Cristo e della divinità dello Spirito, della resurrezione della carne, ecc.; mentre altre, come quella, appunto, della redenzione totale, non riusciranno mai, per resistenze dualistiche, ad affermarsi. Origène si rivela d’altronde, molto spesso, incerto su talune soluzioni e solo la reiterata insistenza su certi motivi, come quello, appunto, del libero arbitrio (che presuppone la preesistenza delle anime), o dell’apokatàstasi (che implica che perfino il diavolo sia, in un certo senso, salvato), ci scoprono il fondo irrinunciabile del suo pensiero. Il presente volume prosegue la stessa ricerca iniziata dall’A. col suo libro: Lo spiritualismo egiziano. Il pensiero religioso egiziano classico (CLUEB, Bologna 1994) volto a individuare proprio nell’antico Egitto l’origine e la diffusione di quel tipo di spiritualismo di tipo personalistico che conviene chiamare occidentale, in contrapposizione a quello, fondamentalmente impersonalistico, orientale. Allo sviluppo di questo argomento l’A. ha dedicato anche i successivi volumi: Lo spiritualismo ellenistico. La grande svolta del pensiero occidentale (CLUEB, Bologna 1995) che esamina attraverso Posidonio e Panezio, ma soprattutto attraverso Filone alessandrino, l’iter della sua diffusione nel mondo greco-romano; e Lo spiritualismo cristiano antico. Dalle origini a Calcedonia (CLUEB, Bologna 1996) che affronta il tema nell’ambito della nascente speculazione cristiana e dei contributi, oltre che dell’Egitto, della Persia. Tema al quale il presente volume si ricollega direttamente. È da ricordare anche il saggio: Lo spiritualismo indiano antico (Echi egizi nelle Upanisad) pubblicato dall’A. volto a far constatare, oltre le analogie, le differenze fra Occidente e Oriente.
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