Descrizione
IL PUNTO GIUSEPPE RICUPERATI, Sulla
storia recente dell’universita’ italiana: riforma, disagi e problemi
aperti. STUDI L’Universita’ degli studi di Torino. Nota introduttiva
di ESTER DE FORT – MARINA ROGGERO. IRMA NASO, “Licentia et doctoratus”. I
grandi accademici all’Universita’ di Torino tra XV e XVI secolo. DONATELLA
BALANI, Lo Studio tra citta’ medievale e citta’ barocca. ALBERTO LUPANO, La
scuola canonistica dell’Universita’ di Torino dal Settecento al periodo
liberale. DINO CARPANETTO, La politica e la professione. La scuola di
medicina a Torino nell’eta’ francese. RITA BINAGHI, “Una fabricha non men
decorosa che comoda”: il Palazzo dell’Universita’. SILVANO MONTALDO,
Universita’, professioni, pubblico impiego (1814-1859). LIVIA GIACARDI,
Corrado Segre maestro a Torino. La nascita della scuola italiana di geometria
algebrica. ANGELO D’ORSI, Il Novecento: tra accademia e
milizia. FONTI VITTORIA CALABRO’, Universita’ e scuole private di
diritto nella Sicilia dell’Ottocento. In margine ad una documentazione
archivistica. ARCHIVI, BIBLIOTECHE, MUSEI LAURA MARCONI – M.ALESSANDRA
PANZANELLI FRATONI, L’Archivio storico dell’Universita’ degli Studi di Perugia,
lavori in corso. LUCIO FREGONESE, Il Museo per la storia dell’Universita’
di Pavia: storia, patrimonio e nuovi allestimenti. MARCO BERETTA, Il teatro
della natura di Ulisse Aldrovandi SCHEDE. NOTIZIARIO (Convegni,
seminari, incontri di studio. / Attivita’ e progetti. / Tesi. / Varia. / Riviste
e notiziari di storia delle universita’).
“Vorrei partire da una domanda che non
ritengo affatto retorica. Perche’ un discorso sulla riforma universitaria
debbe necessariamente partire da una premessa storiografica. La risposta mi
sembra ovvia: ogni istituzione complessa ha una storicita’ profonda che deve
essere conosciuta all’atto di una nuova proposta riformatrice. Tale
storicita’ non e’ solo inevitabile elemento di resistenza, ma e’ anche
l’anima segreta, che non a caso ha dato un’identita’ al nostro sistema di
cultura superiore. Chi propone dei cambiamenti deve essere consapevole non
solo di cio’ che innova, ma anche di cio’ che cancella. Le trasformazioni
che non tengono conto della complessita’ del passato rischiano o di
incontrare resistenze insormontabili o di peggiorare di fatto il nesso
delicatissimo fra forme istituzionali, domande della societa’ civile,
contesto. In questo senso ogni operazione che riprende modelli perfettamente
funzionanti in altre realta’ e li trapianta senza preparazione in un
ambiente che ha una sua storia, rischia di produrre risultati molto diversi
da quelli previsti. Questo non significa che la storicizzazione giochi
sempre a favore dell’esistente e quindi pregiudichi la volonta’ di
mutamento. Vuol dire invece che il riformatore consapevole deve calcolare in
che misura quanto propone altera meccanismi delicati che magari rispondevano
inadeguatamente a esigenze diverse dello Stato, della societa’ civile, delle
comunita’ scientifiche, cosi’ da poter calcolare in che modo puo’
realizzarsi la connessione tra vecchio e nuovo, fra ostinata vitalita’
dell’uno e innovazione dell’altro. Attuare una riforma universitaria
significa operare in ogni caso su un organismo vivente. Cio’ non consente al
pur bravo chirurgo di constatare a posteriori che l’operazione e’ riuscita,
ma che il paziente e’ morto”. (“Il ruolo della storicita’ di
un’istituzione nel mutamento: da Casati a Gentile” di Giuseppe
Ricuperati).
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.