Descrizione
Il Sofista di Platone rappresenta un unicum nella storia della filosofia. La redazione del dialogo costituisce infatti una tappa fondamentale nella parabola intellettuale del suo autore, e insieme segna una sorta di spartiacque nelle vicende del pensiero occidentale, ovvero un momento a partire dal quale non sarà più possibile confondere il filosofo con una serie di figure concorrenti e apparentemente affini, eppure prive dei tratti definitori del primo. Se, da un lato, la pratica che contraddistingue l’attività del filosofo è, secondo Platone, il commercio costante con enunciati e argomentazioni, un’attività comune anche al sofista, dall’altro, essa non può essere disgiunta da un interesse genuino per la verità di ciò che viene detto (ad esempio, nel corso di un confronto dialettico).
La tesi centrale sostenuta in questo libro è che proprio l’analisi degli enunciati, la comprensione della loro struttura e la caratterizzazione, a partire da essa, delle condizioni alle quali essi possono dirsi veri o falsi, sono, per Platone, un presupposto irrinunciabile per il successo dell’impresa stessa di definire il filosofo e il contenuto del suo sapere, in quanto distinto dal sapere soltanto apparente del sofista. La fecondità e l’originalità delle intuizioni semantiche e sintattiche contenute nel Sofista sono inoltre messe in risalto mediante un costante raffronto con le teorie della predicazione più influenti nel dibattito contemporaneo (Frege, Strawson, Quine, Davidson, Künne).
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