Descrizione
Con una forte attenzione alle scienze sociali, il volume affronta la situazione di Bologna e dell’intera regione Emilia-Romagna, in bilico tra un passato «esemplare» e un presente incerto. Si vuole tornare a riflettere sulla storia, sui successi, sulla crisi e sulle prospettive del cosiddetto «modello emiliano», aprendo una discussione capace di coinvolgere diverse generazioni di studiosi, politici, amministratori e operatori sociali del territorio. Una iniziativa che si ritiene necessaria anche per contribuire a ridare slancio e consapevolezza alla progettualità politica e amministrativa. I motivi ispiratori trovano ancoraggio nelle origini del «modello emiliano» e nella luminosa figura di Andrea Costa. Di fronte all’odierna crisi dello Stato sociale e delle politiche governative, gli stimoli che ancora vengono dalla visione socialista, libertaria e territoriale di Costa, la sua attenzione per l’autonomia delle amministrazioni locali e per la vita associativa delle comunità sono elementi preziosi per articolare una riflessione problematica sul presente e sul futuro delle nostre città, nel pieno delle vigorose e contraddittorie spinte che vanno sotto il nome della globalizzazione. Ci si vuole interrogare intorno ad alcune questioni fondamentali: l’idea e il senso di comunità, il tema delle alleanze sociali, la crisi e la riforma delle politiche di welfare, il ruolo e l’identità del movimento cooperativo emiliano-romagnolo, le nuove forme di assistenza e solidarietà, l’immigrazione e l’accoglienza, i diritti e i doveri di cittadinanza, i temi dello sviluppo locale e i problemi della formazione delle necessarie competenze, le nuove sfide ecologiche e le culture politiche che esse alimentano.
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