Descrizione
Francesco Maria Tiscornia (1637-1675) è un
medico che ha vissuto e lavorato a Genova in pieno Seicento, il secolo
‘barocco’. A cinque anni dalla morte, il fratello Pietro Paolo ricostruisce in
un libretto manoscritto la sua vicenda terrena, insieme a quella dei genitori,
degli altri fratelli, delle sorelle, degli amici, dei colleghi, dei padri
spirituali. Sullo sfondo appare la sua città, con i monumenti, le abitazioni, i
cerimoniali e le consuetudini tipici della vita urbana, accademica e familiare
di quel tempo. L’immagine che viene trasmessa di Francesco Maria non è priva di
esagerazioni. L’Autore della biografia, pagina dopo pagina, ammanta il
protagonista di una veste di perfezioni, di virtù morali e di meriti umani poco
credibili a un lettore di oggi. Eppure anche la ricostruzione di un personaggio
siffatto può diventare documento e testimonianza del passato, quando, al di là
della rievocazione intimistica e oleografica evocata, consente di entrare
“dentro gli ingranaggi della storia”.
Prefazione di L.Malfatto.
Introduzione. – Capitolo I, Francesco Maria, i genitori, la
famiglia. – Capitolo II, Gli studi. – Capitolo III, La
professione. – Capitolo IV, Gli ultimi anni e la morte
precoce.
APPENDICE DOCUMENTARIA Nota al testo. Vita Francisci
Marie Tiscornie. BIBLIOGRAFIA. INDICE DEI NOMI INDICE DEI
LUOGHI.
I depositi dei musei italiani contengono
un enorme patrimonio di opere d’arte, purtroppo non sempre ordinato; le
biblioteche non sono da meno. I magazzini librari custodiscono milioni di
volumi, una ricchezza che rimane, almeno in parte, ancora nascosta. Questo
vale soprattutto per il patrimonio manoscritto, che può essere fruito dal
pubblico più difficilmente del materiale a stampa e la cui diffusione è
ancora più limitata, in quanto molti testi ci sono tramandati in pochi
esemplari o addirittura in uno soltanto. Per il responsabile dei fondi
antichi la pubblicazione di un manoscritto della biblioteca è quindi un
risultato importante, in quanto rende accessibile a un pubblico più vasto
un testo prima fruibile soltanto da pochi specialisti. Questo è senz’altro
il caso della biografia del medico genovese del Seicento Francesco Maria
Tiscornia, scritta dal fratello Pietro Paolo, dopo la sua morte prematura.
L’obiettivo della valorizzazione, che per il patrimonio librario e
documentario antico e storico è perseguito insieme a quello della
conservazione, che con esso si integra, è raggiunto in modo ancora più
efficace, se la pubblicazione è completata da un commento come quello di
Grazia Benvenuto, che fa penetrare in profondità nel testo e nell’ambiente
culturale che l’ha prodotto. E’ utilissimo, in questo senso, il ricco
apparato di note, che offre molti spunti di approfondimento e bibliografie
molto aggiornate sugli argomenti trattati. Merito particolare della
curatrice è aver messo in evidenza lo scarto tra l’obiettivo dell’autore
della biografia – l’elogio del congiunto defunto fino a farne un ritratto
esemplare per le numerose virtù – e la lettura moderna, che sfronda il
testo dagli elementi retorici e agiografici e ne restituisce il valore
documentario. Pertanto, non solo il testo, riprendendo le parole di Grazia
Benvenuto, “apre una finestra inedita sul percorso di un’esistenza”, ma
“leggendo tra le righe di un’esistenza ‘normale’ viene fuori il ritratto di
un uomo vissuto in pieno Seicento, secolo sempre in bilico tra passato e
presente, vecchio e nuovo”, perche’ Francesco Maria Tiscornia “non fece
parte degli innovatori e nemmeno fu sensibile alle piu’ recenti acquisizioni
in campo medico – farmacologico”e fu “un uomo comune del suo tempo”,
appartenente alla buona borghesia genovese. Cosi’, attraverso la narrazione
biografica si manifestano “l’esempio di una cultura, una mentalita’, una
religiosita’ che furono quelle di tanti uomini e donne del suo tempo”. E’
particolarmente interessante il contesto in cui agisce Francesco Maria
Tiscornia, medico nella Genova controriformista della seconda metà del
Seicento, esponente di una categoria professionale forse più di altre
rappresentativa del secolo, in quanto divisa tra tradizione e innovazione.
Al di là delle suggestioni astrologiche, delle credenze e delle pratiche
legate alla tradizione, colpisce nella sua modernità o, forse meglio, nella
sua validità atemporale, l’umanità di Francesco Maria Tiscornia, che ha
senz’altro una matrice religiosa nella caritas cristiana e si traduce nella
cura del malato, nella sua corporeità e concretezza, e non della malattia
astratta, nell’attenzione per la sofferenza che deve essere eliminata o
almeno attenuata, anche quando viene meno la speranza della guarigione, e
nel confronto della persona sul piano spirituale (o, modernamente,
psicologico). I numerosi elementi che consentono di approfondire la
conoscenza dell’epoca sono esposti nell’ampio e accurato studio della
curatrice: la condizione delle donne, la classe borghese, la città di
Genova e il suo tessuto urbanistico sono forse più
interessanti. (Dalla Prefazione di Laura Malfatto, Dirigente
Responsabile Sezione di Conservazione e Raccolta Locale, Biblioteca Berio, e
Direttore della rivista “La Berio”)
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