Descrizione
Nessun’altra nazione come l’Italia possiede una così alta concentrazione di segnali radiofonici: per numero di radio infatti siamo secondi solo agli Stati Uniti d’America. Si tratta per lo più di emittenti piccole o piccolissime, in grado di irradiare una regione, una provincia o una città soltanto, e che trent’anni fa ruppero il monopolio RAI e diedero il via ad una stagione, quella delle radio libere, ancora vivissima nell’immaginario di molti. Oggi però la radiofonia locale vive equilibri fragilissimi, stretta com’è tra un impianto legislativo pensato in primo luogo per la televisione ed il potere economico dei grandi gruppi editoriali; vive insomma di una marginalizzazione che il nostro paese difficilmente può permettersi, perché è qui, nel lavoro di queste emittenti, che si concretizza quel pluralismo tanto affannosamente cercato dal sistema dei media.
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