Descrizione
Recentemente le neuroscienze e la psicofisiologia sperimentale hanno riaperto interrogativi sul tema dell’esistenza di un orologio biologico e di un “orologio cognitivo”, e della loro localizzazione e interdipendenza. C’è una struttura unica responsabile del timing o ci sono circuiti distribuiti, con funzioni differenziate, che sottostanno alla capacità umana di valutare il tempo? Nella valutazione dello scorrere del tempo si utilizzano processi automatici e inconsapevoli o controllati e consapevoli? E ancora, quanto la stima del tempo influenza il comportamento e, viceversa, quanto la natura delle azioni quotidiane influenza la percezione del tempo? Domande, queste, a cui si è cercato di rispondere nella prima parte del volume attingendo ai contributi sperimentali di questi anni.
La seconda parte è invece dedicata ad alcuni temi della psicologia che implicano di necessità il tempo e la sua valutazione: l’organizzazione nella memoria autobiografica delle vicende personali; la cosiddetta memoria prospettica o memoria di intenzioni, cioè la capacità di pianificazione ed esecuzione di azioni future; da ultimo non si poteva non fare riferimento alle anomalie o distorsioni della stima e del vissuto temporale in alcune sindromi psicopatologiche quali la depressione, l’ipomania o la schizofrenia. Chiude il volume una breve nota sulla nostalgia come desiderio struggente di opporsi emotivamente al tempo trascorso.
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