Descrizione
Da quasi sette secoli il nō, genere classico del teatro giapponese, mantiene viva e ininterrotta la propria vicenda artistica. Lungo questo considerevole arco di tempo le forme attoriche, le prassi pedagogiche, il repertorio, la cultura materiale e gli orientamenti estetici propri al nō sono stati trasmessi da maestro ad allievo dimostrando, senza mai perdere contatto con le istanze socio-culturali delle diverse epoche attraversate, una innegabile continuità formale in rapporto alla tradizione.
Aggiornare la tradizione senza forzarne le strutture profonde, lavorare per il futuro avendo ben presente il passato, rappresenta la modalità principale attraverso la quale la trasmissione dei saperi è stata incarnata e praticata dai vari maestri a partire da Zeami in poi.
Per comprendere il senso della maestria, sviscerarne i meccanismi profondi di funzionamento nell’ambito del teatro nō, non si è potuto prescindere da una necessaria contestualizzazione antropologica. Tale approccio metodologico si è rivelato essenziale per affrontare in modo appropriato le questioni storiche, culturali, filosofiche, etiche, artistiche e segnatamente teatrali sollevate dalla ricerca.
In un serrato intreccio tra mito e storia, tra oralità e scrittura, e in un fecondo dialogo con i trattati di Zeami, si propone uno sguardo al percorso che ha condotto il nō ad essere ancora oggi un teatro vivo e vitale e a raggiungere il successo e l’affermazione presso le platee giapponesi prima, e mondiali poi, senza abbandonare mai la via dei maestri.
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