Descrizione
La premessa fondamentale dei saggi in questo volume è che la mediazione linguistica e l’interpretariato in ambito giuridico sono rilevanti per la tutela dei diritti umani primari e che tutti gli individui hanno diritto a un processo equo.
Molti capitoli di questo libro hanno messo in rilievo come la traduzione e l’interpretariato siano mezzi utili a scavalcare le barriere tra persone che non parlano la stessa lingua; salvaguardano i diritti dell’individuo, sia esso imputato, testimone o vittima e garantiscono la sicurezza dell’intera comunità.
Ogni autore presenta un diverso background formativo e di esperienze: dal mondo accademico a quello istituzionale, dagli interpreti in tribunale a quelli del linguaggio dei segni per la Comunità Sorda. Si tratta insomma di contesti formativi diversi per dare voce a diversi settori dell’ambiente giuridico, quello delle forze di polizia, dei tribunali, degli istituti penitenziari e dei centri di identificazione ed espulsione. Mondi complessi in cui si proiettano due professioni complesse: la mediazione linguistico culturale e l’interpretariato legale. Analizzando le vulnerabilità del sistema attuale e le debolezze settoriali di oggi, soprattutto a livello normativo, guardiamo in avanti per migliorare alcuni aspetti di domani, in cui ci si augura che la recente Direttiva europea possa essere applicata integralmente: dal reclutamento regolamentato dei mediatori linguistico-culturali alla identificazione di ruoli e competenze precise, dall’istituzione di un registro professionale alla qualità del processo traduttivo. Tutto in virtù di un miglioramento della comunicazione grazie a un ruolo, quello del mediatore-interprete, fondamentale ma spesso sottovalutato, nel contatto fra il mondo dei migranti e quello della società di accoglienza.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.