Descrizione
Tra i miti cari alla letteratura del diciannovesimo secolo figura quello della casa come luogo di rassicurazione, di conforto, d’inattaccabile tutela di chi lo abita. Che quel mito eserciti sul Verga una profonda suggestione è cosa certa; ma è altrettanto certo che esso risulta, nel corpus verghiano, condannato ad un irreversibile deperimento, che lo rovescia nell’anti-mito della casa come luogo dell’insicurezza, dell’assenza di difese, dell’inerme esposizione alle minacce che provengono dall’esterno. Il fenomeno tocca il suo culmine – od uno dei suoi culmini – nel «Gesualdo», dove all’interno domestico sembra sottratta ogni forma di tutela, ed in assenza di questa il dentro si rende indistinguibile dal fuori, casa mia da casa d’altri, ciò che m’appartiene da ciò che cessa d’appartenermi.
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