Descrizione
Attraverso una serrata indagine sulla musica composta da Arnold Schönberg tra il 1898 e il 1912 (dalle prime forme di sospensione tonale ad una compiuta atonalità) se segue un itinerario espressivo e intellettuale di intramontabile fascino e di basilare importanza per tutta la cultura – musicale e non – del Novecento. L’autore conduce l’analisi delle singole opere ad una sintesi comparativa: il risalto dato alle peculiarità stilistiche si integra in una visione d’insieme del linguaggio atonale. Il problema di una definizione dell’atonalità è infatti sospinto oltre le secche cui l’hanno relegato una tortuosa storia concettuale e una certa critica positivista, per essere riformulato e mostrarsi in una nuova luce. La possibilità di una chiara intelligenza di un fenomeno linguistico così complesso si consolida quanto più lo si consideri inscritto in una linea evolutiva della musica occidentale e non come momento di frattura. E i suoi strumenti di comprensione sono già desumibili dalla stessa singolare intrapresa di Schönberg: l’aver dato corpo a un idioma del tutto personale che è divenuto lingua e sistema, e ha cambiato il pensiero musicale della tradizione pur conservandone gli statuti – radici essenziali alle quali si è calato per trarne, con un processo di astrazione che ha pochi precedenti nella storia della musica, nuove forme.
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