Descrizione
Questo lavoro si propone l’obiettivo di ripercorrere le fasi piu’ importanti dell’evoluzione dell’orario di lavoro mantenendo la ricerca sotto un duplice profilo: quello prettamente storico, attinente alle rivendicazioni sindacali e ai risultati ottenuti per mezzo delle stesse, e quello giuridico, riguardante gli strumenti legislativi adottati e la loro efficacia concreta nei luoghi di lavoro. Ovviamente, questi due profili hanno notevoli e molteplici punti di intersezione tra loro. Infatti, le spinte dei lavoratori organizzati verso una riduzione del tempo di lavoro hanno avuto in oggetto proprio la modifica delle regolamentazioni legali e contrattuali, ritenute dapprima insufficienti e lesive del diritto alla salute, segnatamente di quella della donna e del fanciullo, e, col passare degli anni, non sufficientemente protettive delle esigenze extralavorative dell’individuo. Vedremo poi come la violenza delle contrapposizioni tra le parti sociali sia stata direttamente proporzionale al tipo di rivendicazione. E’ chiaro che se cio’ di cui si discute e’ la sopravvivenza stessa del lavoratore anche 15 o 16 ore per sette giorni alla settimana in condizioni ambientali spesso disumane, lo scontro con la parte imprenditoriale sara’ duro e prolungato; viceversa, se l’oggeto del contendere e’ una riduzione dell’orario stesso e di paramentrarlo alle esigenze imprevedibili delle punte di produzione, la fase preparatoria degli accordi sara’ meno traumatica. La scelta di illustrare le disumane condizioni di lavoro in Italia nel diciannovesimo secolo non ha per la nostra generazione esclusivamente una rilevanza storica, ma puo’ anche evocare paralleli con situazioni di sfruttamento infantile che sono drammaticamente attuali in molti paesi del cosiddetto terzo mondo. Avremo modo di constatare, inoltre, che la presenza di un quadro legislativo invariato, a partire dal 1923, per un settantennio ha consentito che l’evoluzione e la riorganizzazione degli orari del settore privato fosse gestita dalla contrattazione collettiva nazionale… (dall’Introduzione dell’Autore)
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