Descrizione
Quando ci si dispone di recuperare per intero una serie omogenea di documenti che sono approdati ad un pubblico archivio, il rischio è quello di rimestare anche il fondo, sollevando gli strati fangosi di un’informazione magari pletorica che inquina le acque, terse e limpidissime della poesia. Qui si trattava di Tommaso Minardi, della sua classe di disegnatore, della sua fondata reputazione d’artista, cose che vanno certo difese. Ma insieme l’esigenza era quella di non ledere l’integrità di un lascito che Carlo Piancastelli aveva costituito negli anni, destinandolo infine alla Biblioteca Comunale di Forlì (1933): molti disegni, 34 taccuini, l’Autobiografia manoscritta e un mare di lettere (235), a tutt’oggi il fondo piu’ ricco di autografi che di Minardi ci sia rimasto. Il tutto, non si domentichi, inedito, ad eccezione di qualche disegno…
(Dalla Presentazione, di Anna Ottani Cavina)
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