Descrizione
Agli inizi del XVIII secolo l’Europa scopre con meraviglia l’esistenza di un legittimo imperatore bizantino: ad asseverarne le pretese, comprese quelle alla Gran Maestranza di un immaginario Ordine costantiniano, è lo stesso Kaiser con una impressionante mole di decreti che autenticano i molti documenti falsi prodotti da Jean Antoine Lazier, un valdostano di modeste origini ovviamente estraneo a qualsiasi legame con le dinastie romee. Il sostegno asburgico alla causa del giovane impostore discendeva in primo luogo dalla prospettiva di utilizzarlo a supporto dell’espansione della potenza viennese in Italia e nei Balcani.
La ricerca, oltre a ricostruire sulla scorta di documenti inediti, le vicende spesso enigmatiche che portarono il Lazier dalla marginalità degli anni romani ai fasti del periodo austriaco, si focalizza sulle ipotesi di riforma sociopolitiche elaborate dal valdostano. Nel corso del lungo contenzioso che lo oppose a Francesco Farnese per il controllo dell’Ordine, entrambi gli antagonisti, pur in forme diverse affrontarono e risolsero, proprio servendosi delle istituzioni dei rispettivi Ordini cavallereschi, alcune delle più scottanti nuove problematiche dello stato moderno: il rapporto tra Bene pubblico e interesse privato, in un’ottica pre utilitarista, la cooptazione dei ceti borghesi emergenti, il disciplinamento delle antiche casate aristocratiche e, nel caso del valdostano, la costruzione di una inedita élite imperiale, progetto attento alle istanze della nascente cultura muratoria.
Per i due Ordini l’istituto del giuramento si evolverà in forme originalissime onde diventare efficace strumento di controllo se non di coartazione da parte del Gran Maestro rispetto alle realtà sociali incluse in tali strutture.
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