Descrizione
Pietro Siciliani (1832-1885) docente, poi cattedratico a Bologna di Filosofia teoretica ed incaricato di Antropologia e Pedagogia fino alla sua precoce fine, nativo del Salento, in gioventù allievo a Napoli, poi a Pisa, docente liceale a Firenze dopo una laurea in scienze mediche, si considerò “filosofo positivo” piuttosto che positivista, riassumendo nella sua personalità culturale complessa transizione di una generazione di studiosi che risentì di Darwin non dimenticando Hegel, testimone di una società in evoluzione, condizionata dagli sviluppi dell’industrialismo come dalle speranze di una faticosa incipiente democrazia. In Siciliani pedagogista, che si misura con lo sfondo culturale in movimento nel Nord-Italia, senza per altro dimenticare la sua origine meridionale, è presente la duplice formazione culturale, medico-organicistica e filosofica, alla ricerca di complicate mediazioni che, se prestano il fianco alle critiche dei contemporanei avvallate dalla negligenza dei posteri, rivelano autentica fecondità sul terreno delle prospettive educative e civili che contrassegnano il post-risorgimento ed in particolare le centrali culturali “intermedie” fiorentina e bolognese, fra cui egli fu partecipe e vivace attore. In Siciliani prende valore la caratterizzazione del sapere pedagogico come metodo di convergenza di problematiche culturali e di specificità diverse nella ricerca sull’uomo e sul sapere.
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