Descrizione
La ricerca inquieta attraversa gli spazi d’indagine di tre grandi intellettuali francesi del Novecento (Camus, Merleau-Ponty e Foucault), perché l’estetica si ribella ai facili prodotti della conoscenza massificata e alle certezze rassicuranti di una religione del profitto, al punto che ognuno di loro finirà per non trovare né consenso né appoggio, tanto nelle politiche ufficiali quanto nell’intellettualità di tendenza. Nell’inseguire la bellezza e il desiderio, così come la giustizia e la libertà, essa richiama ad un’etica coraggiosa e suggerisce appassionata una formazione sull’autenticità più profonda del soggetto: quell’originaria facoltà interpretativa che lo apre al plurale. Una curiosità ermeneutica dai molteplici impliciti educativi. Antipedagogica se la si guarda con l’occhio della tradizione, ma intenzionata ad una pragmatica dell’apprendere, viva nelle sue trame epistemologiche e nella vocazione democratica che la sorregge, se la si considera con lo sguardo di un presente incerto, critico su valori e identità. Dalla rivolta all’arte, dalla cura di sé al sogno, si respira qui l’aria fresca di un Logos che illumina i fermenti creativi della ragione e denuncia le derive pericolose di un sapere privo di autonomia, che non riconosce nell’uomo l’artefice e il destinatario del proprio annuncio.
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