Descrizione
Un ampio orizzonte europeo appare l’unico adeguato a conferire doveroso respiro agli studi sui temi del Rinascimento e del Barocco, categorie culturali valide per un contesto continentale di sostanziale omogeneità oltre le circostanze di espressione locale, che appena mostrano increspature e dislivelli dovuti, pur nel riferimento ad un’unica comunanza di matrici concettuali, a più immediate lacerazioni derivate dalla contraddizione tormentosa della conoscenza moderna. Risulta allora necessario ricorrere ad una sfera ampia di competenze interdisciplinari, come avviene in queste pagine, dove si affronta una delle chiavi rappresentative e fondanti il rapporto uomo-natura-artificio, così come si costruisce sulla soglia della prima modernità intorno all’idea di paesaggio. Oggi, quando di nuovo si pongono necessari intensi adeguamenti del paesaggio culturale anche sotto la spinta di una tecnologia drammaticamente interferente col paesaggio naturale, una pluralità di voci che raccolgono l’eredità di una augusta tradizione dello Studio felsineo, avvia un confronto nella complessità degli approcci, delle metodologie e delle istanze critiche; voci concordi nel rifiutare un’anamnesi scientifica univoca e disposte a mettere in gioco competenze e risorse in una dimensione polifonica e capace di suggerire dense prospettive e riflessioni interpretative per «un elemento di grande ambiguità com’è il paesaggio, proiezione culturale di condiviso valore sociale degli elementi fisici e materiali che situano la vita dell’uomo nel tempo e nello spazio; e proprio perché valore culturale, soggetto alla trasformazione che l’orizzonte simbolico viene mutevolmente esprimendo».
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