Descrizione
Tenendosi a debita distanza dalle angolazioni maniacali dei jazz fan, humus prediletto della e dalla critica jazzistica sulla stampa generalistica, non solo, ma anche su gran parte di quella specialistica, periodica, Albert Murray, più di venti anni fa, ha steso una delle più severe visioni d’assieme sulla musica nera nel Novecento americano, in un affresco dal quale emerge con ricchezza la definizione del carattere positivo che di essa è stato la costante. La qualità linguistica del poeta, la sensibilità del narratore, la chiarezza del saggista, la fantasia creatrice del musicista, il sentimento della profondità del vero dell’interprete dei canti religiosi si uniscono qui, secondo quel ch’ebbe a scrivere sul The New Yorker, in uno scritto che, partito dal contrasto tra i blue devils e la musica, elegante terapia omeopatica contro la loro sozzura, culmina nell’esame di un più raffinato e pericoloso contrasto che s’insedia nel cuore stesso, dell’espressione artistica,
tra le tutele del convenzionale nel folklore e la responsabile creatività dell’arte.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.