Descrizione
I valori costituzionali possono fungere da “superiore” limite contenutistico alle scelte di incriminazione del legislatore? Il solo principio di maggioranza e’ di per se’ sufficiente a garantire una legislazione penale non estemporanea e intrinsecamente ragionevole? Dopo questi interrogativi il libro descrive alcuni modelli sostanziali di reato, sottolineando come sia necessario restituire organicita’, coerenza e credibilita’ alla politica penale, innanzitutto prendendo atto che alla connotazione penale di un precetto – cioe’ munendo di sanzione penale la violazione di una norma – conseguiranno, ben prima dell’eventuale irrogazione della pena, immediate limitazioni alle liberta’ e ai diritti fondamentali della persona che si trovi ad essere anche soltanto “indagata”. E’ essenziale allora, conclude l’Autore, l’articolazione di un diverso lessico di quei valori costituzionali direttamente interessati dall’opzione penale – tanto quelli offesi dalla condotta incriminata (e cioe’ i beni tutelati dalla norma) quanto tutti quelli (liberta’, dignita’, reputazione ecc.) che “entrano in gioco” – restando significativamente incisi – con l’applicazione della norma penale (e cio’ fin dall’inizio del procedimento): in questo modo si potra’ disporre di uno strumento critico “positivamente razionale” per la fondazione di una politica criminale piu’ rispettosa dell’equilibrio assiologico costituzionale.
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