Descrizione
Fin dall’età giovanile, sotto il titolo di Mes Pensées, Montesquieu (1689-1755) annotò meticolosamente, redasse estratti, accumulò appunti, fissò schemi e idee che solo in parte utilizzò nei suoi celeberrimi scritti a stampa (Lettere persiane, 1721; Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza, 1748; Lo spirito delle leggi, 1748). Pubblicate per la prima volta a cavallo tra il XIX e il XX secolo, esse conobbero un enorme successo soprattutto grazie al florilegio tematico apparso nel 1941 col titolo di Cahiers (1716-1755) (Paris, Grasset). È questo il testo che il grande letterato e partigiano Leone Ginzburg (1909-1944) tradusse e pubblicò presso la casa editrice Einaudi nel 1943, intitolandolo Riflessioni e pensieri inediti, e che qui si ripropone. Forse più di qualunque altra sua opera, le Pensées attestano la profondità e l’ampiezza della meditazione di Montesquieu sulle miserie e gli splendori dell’humana condicio, nonché il suo straordinario acume nel suggerire agli uomini possibili vie d’uscita – in primo luogo, la moderazione – ai dilemmi che quotidianamente li assillano a tutti i livelli, da quelli, coinvolgenti, delle emozioni, a quelli, apparentemente freddi, delle istituzioni economico-sociali, politico-giuridiche e culturali entro cui essi si trovano a vivere.
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