Descrizione
Persistenze feudali e autonomie comunitarie rappresentarono indubbiamente due poli di forte resistenza al processo di formalizzazione prima e di centralizzazione poi, del potere negli stati padani fra Cinque e Settecento. Individuare le ragioni, i modi, i tempi e le implicazioni di quella resistenza è stata occasione per gli autori dei contributi qui raccolti per ripensare la storia di un’area che si presentava agli inizi dell’età moderna, come un «vuoto di potere». Evitando la vischiosità implicita in ogni formulazione categoriale di ciò che fu lo «stato» in quell’età, essi hanno proceduto – in un approccio metodologico variamente orientato – alla ricognizione del polimorfo «tessuto di relazioni» che sostanziò e connotò il modo di essere degli stati padani d’antico regime. Ne è emersa la proposta di una assai articolata storia di poteri e di governi, di gruppi umani e di territori, di città e di comunità, di economie e di culture; una storia che, per essere ritmata su spazi/tempi di volta in volta ben individuati, non approda né ad interpretazioni «ultime» né alla costruzione di modelli, ma apre, piuttosto, su ulteriori prospettive della ricerca.
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