Descrizione
Il maestro bolognese si alza nel cuore della notte e lavora al lume della sua lucerna. Traspare dalla finestra del Pratello la luna ormai spenta; o il biancore tenebroso della neve d’inverno; o l’alba immensa d’estate, quando il vento porta nel cuore della città antica l’odore della campagna… La sua capacità di presa surreale sottintende sempre la presa su un’entità più profonda e segreta. Si riferisce, per così dire, a una situazione prepolitica dell’uomo, a qualche cosa che, nel senso etimologico del termine, è difficile non chiamare ‘anarchico’. Il riconoscere, il sentire dentro di sé quell’entità è alla base delle reazioni contro istituzioni e sovrastrutture che hanno soffocato e logorato l’uomo.
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