Descrizione
Per un lunghissimo periodo storico la comunicazione orale si è affidata in Emilia-Romagna, come nel resto d’Italia, alle parlate dialettali. Di queste, ritenute normali, scontate dai gruppi sociali che le hanno utilizzate, pochissimo è stato consegnato alla scrittura. Testimonianze ancora più ridotte si conservano delle terminologie e dei lessici dialettali riguardanti i cicli di lavoro agricoli, artigianali e protoindustriali, quei “saperi della prassi”, tramandati di generazione in generazione, che sono stati elementi fondanti della storia sociale ed economica del nostro Paese. Il volume esplora ed esamina molteplici linguaggi settoriali in dialetto, connessi alle svariate specializzazioni delle attività, dei mestieri e delle attrezzature materiali. Il grande patrimonio della letteratura tradizionale, fortemente degradato e a larghi tratti già cancellato, può riconsegnarsi a noi – attraverso le testimonianze raccolte dal vivo con interviste agli informatori orali – integrato nella sua essenziale dimensione linguistica. Luoghi funzionali, mobili e oggetti della casa contadina, indumenti e accessori dell’abbigliamento popolare, così come le lavorazioni della canapa, della vite e del vino, i procedimenti produttivi del mugnaio recuperano in questo modo le proprie denominazioni dialettali del tutto trascurate in altri studi. Osservare “le parole del lavoro”, per contribuire alla formazione di un catalogo dei beni linguistici e culturali delle regioni italiane, significa pure contrastare l’immagine corrente delle comunità sociali analfabete come “prive di parola”, in realtà discriminate dalle classi dominanti che hanno affidato ai propri archivi quote soltanto parziali di avvenimenti e di protagonisti della storia.
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