Descrizione
L’inaspettata fine della formula è la messa in scena di un viaggio picaresco-pop attraverso Londra, (una Londra contemporanea, per metà surreale, inventata, per metà reale), attraverso tappe, stazioni separate da spazi vuoti, narrato o meglio rinarrato dalla protagonista. Ogni capitolo è infatti la realizzazione di un tragitto all’interno di una metropoli-labirinto meravigliosa e inquietante al tempo stesso, il cui è difficile distinguere se ci? che accade è reale, se è un’autoproiezione della protagonista o una manipolazione dell’autore. Il soggetto, il protagonista di questo romanzo è l’occhio, l’occhio come organo assoluto, l’immagine, l’ossessione del vedeere come malattia contemporanea. Da qui il vagare per Londra della protagonista, “con la videocamera in mano”, si trasforma in un viaggio condotto in apnea, durante il quale viene coivolta in una serie di episodi sempre più fantomatici e surreali, di situazioni reali e immaginarie al tempo stesso. Lo sguardo della protagonista continuamente moltiplicato mediante una serie di strumenti: la videocamera, il cinema, il voyeurismo, il sogno indotto, è infatti uno sguardo che come l’ottica di un cannocchiale continua a modificarsi a seconda del modo in cui si desidera predisporlo.
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