Descrizione
L’intenzione è quella di ripercorrere una possibile storia critica di Percy Bysshe Shelley, artista geniale ma spesso scomodo e complesso. Una storia che necessariamente deve prendere l’avvio dalla voce stessa del poeta romantico, dal suo grave isolamento e dai contributi dei suoi formidabili contemporanei: Keats, Byron, Mary Shelley, William Goldwin ed altri. Un percorso che segue il destino critico shelleyano in Gran Bretagna attraverso l’800 fino alla prima metà del ‘900, cioè a dire, in quell’arco di tempo in cui l’interpretazione del poeta e della sua opera non finiva di generare polemiche e di aprire aspri confronti. Studiosi ed artisti della statura di Robert Browning o George Bernard Shaw, di T.S Eliot o James Joyce, si interrogarono e diedero una loro lettura, spesso problematica, del grande poeta romantico. Un travaglio che la seconda metà del nostro secolo conoscerà solo in parte avendo ormai recepito e fatto propria la sfida che Shelley aveva lasciato attraverso la sua poesia, al declino morale dell’uomo e alla fine della civiltà. Ma l’analisi prosegue, e termina, come il viaggio di Shelley, in Italia, dove gli interventi di rilievo, se non molti, furono sempre di altissimo livello, a cominciare da D’Annunzio, da Croce e da Giosuè Carducci.
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