Descrizione
Re Enzo, il personaggio piu’ amato dai Bolognesi, era un loro nemico: uno straniero che voleva conquistare il libero comune di Bologna, uno dei figli dell’imperatore Federico II, che il padre mise alla guida di un esercito forte, venuto dal regno di Sicilia a combattere le citta’ guelfe. Perche’ quello straniero, quel nemico del comune di Bologna, quell’audacissimo figlio dell’imperatore Federico II di Svevia e’ divenuto cosi’ caro ai Bolognesi, e’ considerato da mesi un cittadino illustre? Perche’ la sua storia ha valicato i confini della citta’ e sulla sua omba in San Domenico ancora ora i turisti posano qualche fiore?
La sua lunga vicenda, ove storia e mito si intrecciano, e’ piacevolmente narrata e illustrata in questo libro: Bologna, re Enzo e il suo mito. Un testo che fondendo parola scritta e immagini di ogni tipo – dalla miniatura al fumetto – percorre i momenti della vita e del
mito di Enzo di Hohenstaufen: la sua infanzia e formazione, il suo precoce matrimonio politico in Sardegna con Adelasia di Torres, le sue imprese militari alla guida dell’esercito imperiale, fino alla cattura da parte dei Bolognesi alla Fossalta, vicino Modena, nel 1249. Ad essa seguirono 23 anni di prigionia nel Palazzo del Comune che poi da lui prese il nome di Palazzo Re Enzo, nel cuore della citta’. Una prigionia fertile: tra letture, componimenti poetici, studio dell’arte della falconeria, incontri con nobili bolognesi, amori … E quando mori’, nel 1272, al nemico, che negli anni era divenuto amico, concittadino, che aveva trasferito a chi era venuto a contatto con lui la poliedrica cultura assimilata alla corte paterna, il comune di Bologna – allora tra le piu’ grandi citta’ europee grazie all’universita’ piu’ antica e prestigiosa – tributo’ gli onori che si devono ai re. Da allora, finita la storia, ha preso corpo il mito. La sua cattura e la sua lunga prigionia hanno ispirato gli artisti, i poeti, i musicisti, i pittori: da Fazio degli Usberti a Giovanni Pascoli, da Giosue’ Carducci, a Grazia Deledda, a Roberto Roversi, da Richard Wagner a Ottorino Respighi, a
Lucio Dalla, dagli anonimi miniatori dei codici del ‘200 e del ‘300 a Mauro Gandolfi, Anastasio Scarabelli, Alfredo Baruffi, Adolfo de Carolis, Luigi Serra, da Wolfango ad Antonio Faeti… E, di pari passo, della leggenda di Enzo si appropriava la cultura popolare attraverso il ricordo della sua cattura celebrato nel palio del 24 agosto, San Bartolomeo, divenuto poi Festa della Porchetta, e organizzato con continuita’ dalle autorita’ comunali bolognesi tra il 1249 e il 1796. Intorno alla vita singolare di Enzo re di Sardegna i cronisti tra medioevo e rinascimento hanno costruito una bella leggenda che, trasfigurata da apporti anonimi, e’ giunta
sino a noi. Questo libro condensa in pagine piacevoli da leggere e gustosissime da guardare la storia di quel regale prigioniero divenuto concittadino, la leggenda di quel giovane re che entro’ in catene nel Palazzo del Comune e ne usci’, morto, vestito con abiti sontuosi, come si conveniva al suo rango. E’ un percorso, attraverso molti secoli di storia di Bologna, dal medioevo a oggi, avvincente come un romanzo.
Presentazione. * LA STORIA IL FIGLIO DELL’IMPERATORE –
Infanzia e giovinezza. – “Ritratti” di
Enzo. – Enzo re di Sardegna. – Enzo e Adelasia in Sardegna. –
Enzo “legatus totius Italiae”. – Il conflitto impero-comuni. –
Gli anni della lotta. – Re Enzo e Cremona (di Cristiano
Zanetti). LA BATTAGLIA DELLA FOSSALTA – La dimensione locale del
conflitto tra Modena e Bologna. – L’internazionalizzazione del
conflitto. – Modena e Bologna: una duratura inimicizia. – La
guerra all’epoca della battaglia della Fossalta: modelli tattici di
combattimento, armamento difensivo e offensivo (di Mario Rossi).
BOLOGNA NELL’ETA’ DI RE ENZO – Caratteri generali. – Le
torri. – Il Palazzo di Re Enzo (di Paola Foschi) – Le societa’
delle arti. – La societa’ dei notai. – La societa’ delle
armi. – La liberazione dei servi. – L’aristocrazia. –
L’universita’ e gli imperatori svevi. GLI INTERESSI CULTURALI DEL
RE – La falconeria e le scienze della natura. – Re Enzo e il “De
arte venandi cum avibus”. – La poesia. LE ULTIME VOLONTA’ DEL
RE – Il testamento. – La sepoltura. * IL MITO CRONACHE E
MITO – La festa della porchetta (di Valeria Braidi) ICONOGRAFIA DI
RE ENZO – Medioevo e Rinascimento. – Eta’ moderna e
contemporanea. RE ENZO NELLA LETTERATURA – La poesia. – Fazio
degli Usberti; Alessandro Tassoni; Giosue’ Carducci; Giovanni Pascoli;
Roberto Roversi. – Il romanzo storico. – Il teatro. – Gli
Svevi e il comune nella cultura dialettale bolognese (di Valeria
Braidi) – Bologna medievale e gli Svevi nei fumetti (di Valeria
Braidi). RE ENZO NELLA MUSICA BIBLIOGRAFIA.
IL FIGLIO DELL’IMPERATORE.
Infanzia e giovinezza. Heinrich detto Heinz o Encius fu uno dei figli naturali dell’imperatore federico II di Svevia. L’appartenenza della madre Alayta (Adelaide) a una nobile famiglia tedesca, ha fatto ipotizzare che sia nato durante gli anni trascorsi da Federico II in Germania (1212-1220), ma la data di nascita puo’ essere spostata fino al 1222, anno in cui mori’ la prima moglie di federico II, Costanza d’Aragona. Una testimonianza attendibile, infatti, dice che sua madre era una giovane nobildonna tedesca non maritata, Alayta appunto, dalla quale l’imperatore maritato avrebbe avuto questo figlio. E’ dunque verosimile, considerando gli eventi che lo
rigiardano e di cui abbiamo date certe, che Enzo sia nato in Italia, o piu’ probabilmente in Germania, intorno agli anni ’20 del Duecento. Circa la famiglia di provenienza della madre si possono avanzare solo ipotesi: potrebbe trattarsi di Alayta von Vohburg, esponente della famiglia poi nota come Hohenburg, ovvero piu’ probabilmente, di Alayta o Adela von Urslingen Marano, discendente da un casato svevo con ramificazioni anche in Italia, conosciuta, sempre negli anni del soggiorno tedesco, nel castello di Hagenau, residenza preferita da federico II perche’ circondata da grandi foreste che favorivano la sua passione per la caccia, oltreche’ ricca di una vasta raccolta di opere classiche. Nato forse nella terra materna, Heinrich, chiamato con il diminutivo Heinz latinizzato Encius e colgarizzato Enzo, per distinguerlo dal primogenito legittimo Enrico, figlio di Costanza d’Aragona, fu assai probabilmente allevato alla corte paterna, prima a Palermo poi in Puglia e in Capitanata ove si trovavano le residenze predilette dell’imperatore, regioni, queste ultime, rievocate con nostalgia struggente in una canzone composta dallo stesso Enzo negli anni tristi della prigionia bolognese: “Va’, canzonetta mia/…/ e vanne in Puglia piana, la magna Capitana / la’ dove lo mio core nott’e dia.” Anche a proposito del periodo dell’infanzia e della giovinezza di Enzo possiamo fare solo illazioni. Non possediamo, infatti, alcun documento fino agli anni 1238-39 allorche’ venne investito cavaliere, e contrasse matrimonio con Adelasia de Lacon Gunale,
quindi ottenne dal padre la legittimazione: tutto a un’eta’ assolutamente compatibile con una data di nascita collocata, come si diceva, intorno al 1220. La passione che Enzo, seguendo un costume diffuso presso la corte sveva, nutri’ per la poesia volgare e le sue buone qualita’ di poeta, evidenziate nella maturita’, l’attrazione che manifesto’ per la falconeria (che condivise con il padre e coi suoi piu’ stretti collaboratori, tra i quali il piu’ giovane fratellastro Manfredi), cui era connnesso l’interesse per l’osservazione della natura, la grande abilita’ di condottiero, che espresse negli anni in cui fu luogotenente del padre al comando dell’esercito imperiale nell’Italia centro-settentrionale, sono elementi forti a suffragio dell’ipotesi che sia stato condotto giovanissimo alla corte sveva.
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