Descrizione
L’istituzione di borghi franchi fu, nei secoli XII e XIII, una delle vie preferenziali scelte dalle città dell’Italia centro-settentrionale per imporre la propria giurisdizione nel contado. Gli abitanti di questi insediamenti – molto spesso fondati ex novo dai comuni cittadini – erano sottratti al controllo signorile e sottoposti a un rapporto di sudditanza piena al regime politico della città. Non tutti i comuni urbani ricorsero tuttavia con egual propensione alla fondazione di borghi franchi. Questo diverso atteggiamento fu dovuto a difficoltà obiettive di alcuni comuni, troppo deboli per imporsi nel contado con atti di forza indubbiamente drastici e risolutivi, oppure fu motivato da deliberate scelte di modelli politico-istituzionali alternativi alla fondazione preordinata di villenove dotate di franchigie e all’affrancazione di villaggi preesistenti? Lo studio di alcune subregioni pedemontane permette di cogliere i diversi atteggiamenti del comune cittadino riguardo ai problemi della politica territoriale, del popolamento, dei movimenti migratori, dell’assetto insediativo urbano ed extraurbano, ma anche di osservare la reazione signorile di fronte all’irruenza e alla provocazione della «città-repubblica».
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