Descrizione
Il medioevo inventò l’ospedale, il luogo ove il povero/malato/pellegrino era accolto, aiutato, curato. Gli hospitalia, dunque, svolsero la triplice funzione di luogo di ricovero, di ente distributore di elemosine, di centro di cura medica. Nel XII-XIII secolo, gli hospitalia erano comunità religiose, espressione privilegiata della carità da parte di laici devoti (fratres e sorores) che conducevano una vita comune con poveri/malati, in una distinzione assai incerta di ruoli e funzioni. Una crisi profonda colpì tra il XIV e XV secolo gli ospedali che, a decine, erano sorti in tutte le città. Lasciti testamentari e donazioni avevano fatto crescere enormemente i patrimoni ospedalieri, tanto che l’interesse per la gestione economica ebbe il sopravvento, sollecitando interessi personali e familiari e ponendo in secondo piano le finalità caritativo-assistenziali. Il XV secolo produsse nelle città dell’Italia centro-settentrionale una grossa novità: una riforma che portò alla gestione unificata di quasi tutti gli ospedali e alla costruzione dell’ “ospedale grande”, simbolo della riforma stessa. L’amministrazione degli ospedali divenne allora appannaggio di un gruppo di nobilhomini, che ne fece strumento di prestigio sociale e di creazione di legami personali e clientelari.
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