Descrizione
Una risorsa in rapido deperimento, così appariva il bosco nella pubblicistica tra Sette e Ottocento. La coscienza di un’urgenza ambientale manifestatasi nei suoi vari aspetti – equilibrio idrogeologico, approvvigionamento di combustibile e di materiale per le costruzioni – si era in poco tempo affermata in vari settori della società. Come reagirono gli attori sociali coinvolti nell’uso di questa risorsa strategica per l’economia del tempo? Il libro affronta la questione attraverso lo studio di un caso particolare, ma di ampio respiro, per verificare i comportamenti messi in atto dagli utenti delle foreste di fronte ai tentativi di ingerenza da parte degli organi di governo che tentavano di imporre più organiche modalità di approvvigionamento, in accordo con le indicazioni provenienti dalla nascente scienza selvicolturale. Dalla dialettica tra autorità statali, mercanti di legname e comunità locali scaturisce un quadro sociale di estrema vivacità, segnato da un clima di profonda conflittualità. Le tensioni sociali ed economiche sottese all’uso della risorsa, il serrato confronto tra istanze di tutela e conservazione e la richiesta di un più libero uso a scopi commerciali, conferiscono al quadro storico un significativo carattere di attualità.
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