Descrizione
Il riscatto, un’opera mai pubblicata dopo il 1906, affronta il tema tipicamente positivistico e naturalistico dell’ereditarietà per denunciare i limiti deterministici, “riscattati” appunto da una soluzione sentimentale ricusante esiti che della vita e dell’uomo forniscono una visione troppo rigida e meccanica. Su una trama romanzesca di genere borghese (la vicenda, narrata in prima persona assume la veste di un’autobiografia, o meglio di un resoconto memorialistico, di una famiglia segnata dalla condanna ineluttabile al suicidio attuato in giovane età dai suoi componenti maschili) si innesta un discorso epistemologico, come si conviene alla natura enciclopedica del romanzo. Così, tenendo sullo sfondo le teorie di Ribot e di Galton sull’ereditarietà fisiologica e psicologica, il protagonista indaga su se stesso, pirandellianamente sdoppiato e combattuto tra una maschera tragica imposta dal destino genetico portatore di decadenza e di morte e le pulsioni vitali che alla fine avranno la meglio, come del resto il lettore intuisce dalla presenza di una voce narrante in prima persona. È la tensione dinamica e dialettica di un io diviso, raffigurato non a caso proprio nell’anno (1900) in cui appariva L’interpretazione dei sogni di Freud.
Recensioni
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