Descrizione
Questo volume si pone come seguito ideale di Letteratura e Cinema: la trasposizione, uscito nel 1996 in questa stessa Collana, a cura di G. E. Bussi e Laura Salmon Kovarski, dove si affrontavano le questioni relative all’adattamento di un testo letterario per il cinema. E’ sembrato naturale affrontare anche questo altro problema, strettamente correlato, che è il ri-adattamento, come una seconda traduzione – aggiornata – dello stesso testo. Nei saggi contenuti in questo volume il «remake» è considerato come un fenomeno nato col cinema ed affermatosi essenzialmente nel cinema. Non c’è dubbio infatti che, non avendo alcuna tradizione alle spalle, il cinema abbia fin da principio tratto i suoi materiali un po’ dovunque saccheggiando, ancora prima della narrativa, la cronaca e la storia, ponendosi subito come strumento per ri-proporre e ri-produrre, e questo grazie anche alla natura dei suoi basilari dispositivi – la fotografia e il montaggio. Il fare cinematografico è dunque inerentemente un duplicare, re-impiegare, ri-combinare. Inevitabile quindi la tentazione di ri-fare – con nuovi attori, con tecniche aggiornate – un film del passato che ha avuto successo, o di riadattare per lo schermo un testo letterario nell’intento di fare meglio di chi ci ha già provato in precedenza. Questo per non parlare di chi decide di collocarsi entro una «genere» (le guerre stellari, i vampiri), e alloro gli echi, gli imprestiti, tutte le forme della intertestualità deliberata o inconsapevole si rendono possibili. Possiamo, in questo caso, ancora parlare di “remake” o solo di stereotipi ricorrenti? Questo ed altri problemi vengono dibattuti in questo volume che accoglie saggi di cinefili, linguisti, sociolinguisti e letterati, i quali mettono alla prova le loro competenze ed anche le loro preferenze e le loro idiosincrasie. Il volume si rivolge agli studenti e agli studiosi del campo, ed in generale a tutti coloro che amano la letteratura e il cinema.
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