Descrizione
Il volume ricostruisce la parabola inventiva di Silvio D’Arzo nella sua complessa e multiforme fisionomia, affiancando all’analisi testuale, in un rapporto di illuminazione reciproca, la questione del canone e della letteratura minore, gli orizzonti dischiusi dalla più aggiornata geografia letteraria, il rapporto vitale fra scrittura e lettura, l’incontro della narratologia con l’antropologia e con la storia.
Su questo sfondo mosso e articolato di problemi si inserisce il commento critico di Casa d’altri: attraverso riscontri e accostamenti puntuali emerge la folta trama intertestuale dell’opera darziana, di cui vengono mostrati sia i punti di tangenza con il coevo contesto culturale, sia gli elementi di più densa originalità. Il capitolo conclusivo interroga con ragioni nuove la ricezione dell’opera di D’Arzo, misurandone la persistenza nelle generazioni di scrittori più vicine a noi, chiamate a reinterpretare il dialogo mai pacifico tra la provincia e il mondo entro l’orizzonte dinamico e inquieto della globalizzazione.
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